Dubravko Jelčić, Storia della letteratura croata, ed. Guépard Noir,

Milano 2005, a cura di Ruggero Cattaneo

 

 

Questo volume — il primo del genere in Italia — offre un profilo agile, completo e aggiornato dello sviluppo storico delle lettere croate dalle origini medievali ai nostri giorni, adatto a soddisfare sia le esigenze dei corsi universitari, sia la curiosità di chiunque desideri conoscere un po' meglio questi nostri «vicini ignoti», nella prospettiva di un rinnovato incontro tra le due sponde dell'Adriatico. Due speciali appendici presentano il patrimonio glagolitico croato e le principali linee di evoluzione della lingua letteraria croata nel corso del tempo.

 

(dalla Postfazione del curatore)

 

Ascoltare, amare, rendere: l'impegno del traduttore implica una dinamica di accoglienza e di donazione, fondata sulla benevolenza e sulla disponibilità ad accettare la sfida di una «riscrittura». Questo volume è il frutto di un lavoro di mediazione e trasposizione intrapreso in questo spirito.

Perché la Croazia? Perché la letteratura croata? Si può azzardare qualche risposta. Forse perché di questi nostri vicini («vicini ignoti», direbbe Mladen Machiedo) è ancora generalmente troppo poco quello che conosciamo, al di là di qualche curiosità turistica o (dis)informazione massmediatica di superficie. O perché il patrimonio letterario croato, parte integrante della civiltà letteraria europea, presenta una grande ricchezza di sviluppo e un fascino non indifferente, anche in conseguenza della sua peculiare posizione di «crocevia di culture», tra oriente e occidente. O forse anche per tentare di saldare almeno in minuscola parte un debito storico, cominciando a riequilibrare un interesse spesso a senso unico e riscoprendo un passato di fervidi e fecondi contatti reciproci. Ma in fondo, la ragione è una: è bello parlare e scrivere di ciò che si ama. E chissà che l'offerta di un panorama, di una prima mappatura ricognitiva dello sviluppo storico della letteratura croata, non possa stimolare in qualche lettore il desiderio di accostarsi (se già non lo ha fatto) alla lingua croata, suo principale veicolo di espressione e trasmissione.

 

Nell'ambito culturale, e più specificamente in quello artistico-letterario, il presente volume si muove nella prospettiva della «nuova Europa», un'Europa capace di rinnovare se stessa e riscoprire le sue radici tornando a respirare con entrambi i polmoni, «dall'Atlantico agli Urali». L'avvicinamento, il dialogo e l'integrazione sono possibili soltanto attraverso la conoscenza e la stima reciproca. È ormai ora di superare i luoghi comuni e le diffidenze, i rancori e le incomprensioni (che l'inclemente passato ci ha consegnato come fardello), e impegnarsi in un confronto aperto e benevolo, maturo e costruttivo.

E proprio nel segno dell'«unità nella diversità» di un'Europa consapevole della propria identità storica, rimane per noi emblematica e augurale la «nuova navigazione» verso lidi sconosciuti del poeta Tin Ujević, che nella celebre lirica Oproštaj del 1914, pubblicata nella leggendaria raccolta Hrvatska mlada lirika («La giovane lirica croata»), esprime «una delle costanti più significative della letteratura croata: la sua apertura a tutte le “correnti eretiche”, provenienti dall'Ovest o dall'Est europeo, e al contempo la marcata fedeltà alla propria tradizione nazionale», simbolicamente rappresentata da Marko Marulić, il «padre» delle lettere croate.

 

[...]

 

Delle turbolente e spesso tragiche vicende della storia politica e culturale della Croazia del secolo XX il lettore può trovare un ampio resoconto nelle pagine del presente volume. Ricordiamo solamente che in questo cammino, difficile e faticoso, un'istituzione in particolare ha svolto un ruolo decisivo, tenace, nel custodire e preservare la tradizione culturale e letteraria croata: la Società dei Letterati Croati (Društvo Hrvatskih Književnika - DHK), fondata nel 1900.

Quindici anni fa, in occasione del 90° anniversario della Società, alla vigilia delle prime elezioni libere, il presidente Nedjeljko Fabrio tenne, il 19 aprile 1990, un discorso che ricordava alcuni degli aspetti fondamentali della storia culturale croata, in una fresca prospettiva di speranza e di fiducia nel futuro, per noi istruttivo anche per meglio comprendere l'animo e le attese degli intellettuali croati in quel periodo:

«Dai giorni in cui aveva ancora addosso l'odore del latte e delle pelli di montone della sua terra d'origine oltre i Carpazi e attraverso il cruciale incontro con la civiltà latino-romanza della costa adriatica e il pacifico e benefico accoglimento del cristianesimo, la letteratura croata nel corso del tempo ha sempre scritto un unico libro: quello dell'amore per la propria terra e per l'uomo. Lo scriveva in diverse lingue europee, divenendo essa stessa europea, perché nella storia dell'Europa per sua volontà è stata la prima stazione petrarchistica e l'ultima latina. Il nostro popolo è stato sempre consapevole del suo essere europeo, specialmente nel sordo periodo della sua disgrazia storica, quando eravamo la Cenerentola di quell'Europa. Ma proprio allora, poiché ci sentivamo a pieno titolo parte della comunità dei popoli europei, l'antico libro croato rispose all'Europa con due fra i più sconvolgenti testi che la parola croata scritta ricordi: le suppliche politiche del poeta Marko Marulić e il discorso del principe Bernardin Frankopan al Parlamento di Norimberga. [...]

Nella medesima disposizione interiore, il presente volume si propone di offrire agli studiosi, agli universitari e agli appassionati l'edizione italiana del profilo di storia della letteratura croata di Dubravko Jelčić (membro della Società dei Letterati croati e della Presidenza dell'Accademia croata di Scienze ed Arti), la prima sintesi di questo genere apparsa nella Croazia libera e indipendente, intendendo contribuire al dialogo culturale tra Italia e Croazia, valorizzando e diffondendo i risultati della critica scientifica e filologia croata contemporanea.

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Avvertenza

La traduzione segue la prima edizione dell'opera (1997), integrata però con la seconda (2004) per qualche dettaglio, passaggio o sezione significativa. L'edizione italiana ospita l'apposita Prefazione di Ante Stamać, poeta e teorico della letteratura, e la Postfazione del curatore, e, come speciali appendici, una sintetica presentazione del ricco patrimonio glagolitico croato, preparata per l'occasione da Darko Žubrinić, uno dei maggiori esperti in materia, e un quadro dello sviluppo storico della lingua letteraria croata, uscito dalla penna del grande linguista Radoslav Katičić e apparso nel volume Hrvatski jezik nel 1998, nell'ambito della collana di «aggiornamento» delle lingue slave coordinata dall'Istituto di Filologia polacca dell'Università di Opole.

 

Ruggero Cattaneo

 


 

 

In Croatian

 

Dr. Ruggero Cattaneo and his work on Croatian literature